Michele Cosci
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La mia Biografia

Una vita salvata dal biliardo

Un’adolescenza vissuta tra compagnie losche da cui poi non è stato facile sganciarsi nonostante avesse due genitori esemplari: babbo Orlando e mamma Alessia. Loro gli avevano dato insegnamenti corretti al fine di evitare che si aggregasse a simili compagnie, purtroppo lui non era riuscito a cogliere l'importanza dei loro suggerimenti. Ad un certo punto scopre un luogo che gli cambia la vita: comincia a frequentare il circolo di Oratoio (PI) e viene attratto dal gioco del biliardo che, come lui stesso dichiara: “mi ha salvato la vita”. Seguito da Roberto Balestri, che lo indirizza verso una vita meno sregolata, è proprio grazie a stecca e bilie che Michele Cosci riesce a trovare la propria strada e scopre la sua predisposizione per il biliardo.

Campione a Squadre

Nel 1993 a 19 anni vince i campionati italiani di seconda categoria dimostrando l’innato talento, Piero Crespina gli regala la sua stecca personale per poter disputare il torneo. Da quell'episodio è un crescendo continuo fino ad entrare a far parte delle pool finali dei 48 nazionali della sezione stecca. Oggi Michele fa parte del CSB "La Balalaika" di Pisa con il quale lo scorso anno ha vinto il titolo a squadre di serie A. Le squadre sono il suo orgoglio più grande, infatti può fregiarsi del fatto di essere, probabilmente, uno dei giocatori del circuito ad aver vinto il maggior numero di competizioni a squadre ed è fiero di aver avuto come compagni di squadra delle celebrità del biliardo come un certo Nestor Gomez, leggenda indiscussa del biliardo ed il due volte campione del mondo David Martinelli. Loro sono stati, tra l'altro, i due giocatori che l'hanno ispirato maggiormente e che lui considera i suoi veri maestri..

L'incontro con Gesù

A 35 anni la seconda svolta nella sua vita e l’incontro con Gesù. Niente di predeterminato o di indotto da famiglia o uomini di chiesa, ma semplicemente per caso, all’improvviso, “come è successo a Paolo sulla via di Damasco” racconta. Un incontro personale, intimo, che lo ha cambiato e che all’inizio non sapeva come gestire. Grazie a Nicola Legrottaglie, conosce gli "Atleti di Cristo", e si rende conto che anche altri hanno vissuto la sua stessa esperienza con Gesù, così si unisce a questo movimento il cui obiettivo è quello di diffonderne la parola e la libertà in essa contenuta. Si fa confezionare un gilet da gara con il logo e la scritta “Atleti di Cristo”. No non si tratta di fanatismo. La scritta sulla divisa è più che altro una provocazione per far sì che le persone chiedano e gli diano la possibilità di rispondere e raccontare la propria esperienza. La scelta di assomigliare a Gesù viene applicata nel suo mondo del biliardo facendosi esempio agli altri con il proprio comportamento, con il rispetto delle regole, degli avversari con i quali non ha mai avuto una discussione, tanto che anche un telecronista della Rai gli fa grandi complimenti per il suo fair-play..

La Famiglia

In un momento di grande confusione mentale, periodo nel quale aveva abbandonato la gestione di una sala biliardi molto frquentata a Pontedera (PI) a causa di un conflitto tra profitto e morale, per caso incontra in un pubblico ufficio quella che è attualmente sua moglie Eleonora. Vede una luce diversa nei suoi occhi e le chiede il motivo di quella luce, lei risponde che probabilmente è la luce di Dio. Per poterla incontrare nuovamente si inventa e le offre il ruolo di segnapunti in una gara a squadre a livello nazionale. Da Questo episodio nasce una relazione che è sempre forte e viva ancora oggi e Michele (originario di Pisa) fissa la sua residenza a Fauglia con Eleonora ed i loro due adorati cani Pippo e Gastone. Insieme iniziano a frequentare la Chiesa Evangelica "Fonte di Vita" di Livorno dove entrambi scoprono di avere una profonda fede in Cristo e la fede indica loro quali sono gli obiettivi che devono guidare le proprie vite..

L'insegnamento

L'incontro con la Chiesa Evangelica gli apre la mente, ma soprattutto in quel luogo scopre quale sia la missione che Gesù gli ha affidato: insegnare il biliardo agli altri. Con questo credo comincia ad insegnare questa meravigliosa disciplina nel modo più totale, svelandone i trucchi solitamente tenuti nascosti dai grandi campioni (perché potrebbe essere “fatale” che un giorno in una partita il proprio allievo possa superare il maestro). Il "Profeta del biliardo" è il nome che gli è stato affibbiato proprio per questa sua prerogativa di far conoscere anche i "segreti" della stecca. “La fede senza le opere è vuota. Non sempre è facile, ma questo è quello a cui siamo chiamati e che ci rende persone nuove”. Forse è questo il vero miracolo: riuscire ad essere persone nuove..

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